Ieri sera davano Harry Potter in TV. Non l'ho guardato, c'ho il cofanetto e dovevo vedermi i miei serial sul 2. Però è da questo che nasce il post (oltre che la vana speranza che gli studenti con cui ho avuto a che fare di recente se lo siano guardato per curiosità personale dopo che gliene avevo parlato a lezione...esempio più terra terra non potevo fare...ma non solo non hanno letto...non hanno manco mai visto un film di cui si è parlato per anni-anche perché è una saga! Che depressione...)
Più precisamente, parliamo di HP e i doni della
morte – 1.
Mi è tornata in mente la grande
polemica che ci fu a suo tempo perché Fleur Delacour, per il matrimonio, indossava un vestito che era il
rifacimento/adattamento di un abito iconico di Alexander McQueen (e
non Mc Quinn come ho visto su qualche giornale!).
La polemica nasceva dal fatto che lo stilista non
fosse stato citato tra i costumisti.
Yesterday
evening there was Harry Potter on TV. I didn't watch it because I've
all the DVDs and I have to watch my other serials on another channel.
But it's from here that comes this post (besides the vane hope that
the student I recently met watched it just for curiosity, after the
lesson I took in which I use it as the most simple example.. but they
don't know what it is, they never watched one of this movies -a saga
that takes a lot of years- nor -of course- read a book... I feel so
depress...)
To
be precise, I'm talking about HP and the Deathly Hallows – part 1.
The
great discussion that there was at that time about the Fleur
Delacour's wedding gown that was the remake of an iconic dress of
Alexander McQueen, came back to my mind. The discussion came from the
fact that the designer wasn't quoted in the credits, as a costumist.
I pavoni dell'abito d'alta moda
diventavano due fenici. Per il resto il pizzo nero è lo stesso e sembra esser stato allungato per simulare meglio un abito da sposa (ma son pochi fotogrammi: non è facile capire). O è stato riprodotto fedelmente o è stato comprato e adattato. L'abito è della collezione autunno-inverno del 2008. Il film uscì nel 2010. I tempi coincidono.
The
peacocks on the haute couture dress become two phoenixes. For the
rest, the black lace is the same and the dress seems to be lengthened
to simulate a weeding gown (but they are just few frames and it's not
so easy to understand). So there are two solutions: it was perfectly
copied or it was bought and adapted. The dress comes from the 2008's
fall-winter collection. The film was in the cinema in 2010. The time
table is respected.
Mi domandavo-già allora- perché tanto
scandalo.
A parte casi di collaborazioni famose quanto uniche (Jean-Paul Gaultier per Il Quinto Elemento), in cui lo stilista era anche il costumista,
normalmente i ruoli sono ben distinti.
Il massimo della mescolanza si può
avere quando uno stilista veste il personaggio principale di un film.
E' il caso di Armani che vestì Richard Gere in American Gigolò coordinato da Alice Rush, o il più classico Givenchy che aveva un sodalizio unico con Audrey Hepburn.
Yet
at that time I asked to myself the reason of the scandal.
Except
for the famous as unique cooperations (Jean-Paul Gaultier for The
Fifth Element), in which the fashion designer was also the
costume designer, usually the roles are well distinct.
The
top of the mix is when the fashion designer clothes the main
character of the movie. Is this the case of Armani who attire Richard
Gere in American Gigolò, guided by Alice Rush, or the most classical
Givenchy who had an exclusive partnership with Audrey Hepburn.
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Tanto per rimanere nel tema del passaggio di un dettaglio troviamo Milla Jovovich a sinistra, nei panni di Leeloo, ne Il quinto elemento, mentre a destra abbiamo Rihanna agli American
Music Awards di un paio d'anni fa con un abito/costume sempre di Jean-Paul Gaultier: il designer ha chiaramente ripreso il suo costume iconico del 1997 e lo ha rivisitato nel 2009.
Just to
stay on the theme of how a detail moves through time and space, here
is Milla Jovovich (on the left) as Leeloo of The Fifth Element, while
on the right is Rihanna at the American Music Awards -a couple of
years ago- with a Jean-Paul Gaultier's dress/costume too: the
designer explicitly recalled his own iconic costume -1997- and
adapted it to 2009.
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Diverse sono, invece, le collaborazioni in cui un designer si presta nella creazione di qualche capo. Un paio di esempi:
Others
are, instead, the partnerships in which a fashion designer/brand
lends himself to create some dresses. A couple of examples:
-Rodarte per il Cigno
Nero.
Diversamente da HP, le due sorelle Mulleavy furono citate nei credits ma la polemica
che nacque poco più tardi riguardava l'opportunità delle due di candidatura per il BAFTA -British
Academy of Film and Television Arts-, attribuito giustamente
-capirete dopo perché la penso così- alla sola costumista: le due,
infatti, non fanno parte, tra l'altro, del CDG -Costume Designers Guild- e, per
farne parte, uno dei requisiti è di avere il proprio nome nei crediti di almeno almeno 3 film -mi pare-. (Ma è un altro il motivo per cui mi trovo
d'accordo con la scelta della BAFTA.. leggete e capirete). Certo dispiace perché sono state brave, ma si tratta di una questione tecnica (non di volerle estromettere) e se ci sono delle regole per la partecipazione, trovo inutile recriminare e le male lingue vogliono che fosse solo una mossa pubblicitaria.
A proposito di tempistiche. Come dicevo sopra, da McQueen a HP... osservate in questo blog come è ben evidenziato il fatto che il film abbia ispirato diversi designer. Contemporaneamente. O non uscivano prodotti con la medesima ispirazione nello stesso momento. E l'ispirazione cadeva, giusta giusta, 3 anni prima.
-Rodarte and Black Swan.
Differently from HP, the
two sisters Mulleavy were quoted in the credits but the discussion
that came a little bit later was about the opportunity for them to be
candidate for the BAFTA-British
Academy of Film and Television Arts-, opportunity that was rightly
given (you will understand late why I say this) just to the
Costumist: the two, instead, weren't neither members of the CDG
(Costume Designers Guild) and to be part of it, if I well remember,
you have to appear in the credits of at least 3 movies. But is
another the reason why I agree with the decision of the BAFTA, just
wait a couple of line...
Of course everybody regret for it
because they were really extraordinary, but is a technical question
(nobody want to proscribe anybody) and if there are some rules for
the participation, I think that is useless to complain about it and
the scandalmongers want it was just an advertisement move.
About
timetables. As I said, from McQueen to HP. Look in this blog how it
is well highlight the fact that the movie has inspired different
designers.
Simultaneously.
Otherwise there were no reason to have products with the same
inspiration in the same moment. And the inspiration came precisely
three years before.
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Nel marzo 2011 è stata inaugurata l'esposizione Rodarte: States Of Matter presso il MOCA Pacific Design Center di Los Angeles in cui erano esposti anche i costumi del Cigno Nero.
In March
2011 the exhibition Rodarte: States of Matter was inaugurated at the
MOCA Pacific Design Center of Los Angeles, where ere exposed also the
costumes from Black Swan.
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-Miuccia Prada per
Appleseed (il secondo manga più famoso di Masamune Shirow dopo il successivo-cronologicamente- Ghost in the Shell), la quale non compare nei credits nemmeno nell' IMDb -Internet Movie Database. E non mi pare abbia mosso causa a nessuno. Per altro... in tema di rimandi, Briareos Hecatonchires, come molti altri manga-robot, è stato spesso riciclato anche dagli americani a livello di design. Sicuramente lo incrociate in Wolverine e gli X-Men: Alpha e Omega.
- Miuccia Prada for
Appleseed (the second most famous manga of Masamune Shirow,
after the following -chronologically- Ghost in the Shell), who
never appear in the credits, nor in the IMDb -Internet Movie
Database-. And I read no rumours about any case.
Talking about
cross-references, Briareos Hecatonchires, as many other manga-robots,
was often used also by americans in the comics for his/its design.
For sure you can find it in Wolverine and the X-Men: Alpha and
Omega.
In ogni caso, il fashion designer è monitorato a vista dal costumista che decide,
insieme al regista, ai produttori, agli attori e -ovviamente- in
armonia (o in voluto contrasto) con le scenografie.
Anche perché il costumista non si
limita a decidere cosa deve vestire un personaggio ma concorda cosa
debba vestire anche come biancheria intima, decide gli accessori (dai
gioielli alle scarpe, dalle borse ai guanti alla sciarpa), il trucco
e il parrucco (compito specifico di truccatori e parrucchieri che
comunque dicono la loro) che, spesso più dell'abito, determinano il
personaggio.
Il costumista, oltre ad avere la
visione d'insieme di come dev'essere la storia e di quali attori
compaiano in determinate scene, ancora più importante, deve
conoscere perfettamente i personaggi principali, cosa e come debba
trasparire del carattere e del vissuto tramite le singole scelte (fin
nei dettagli). Può capitare che la scena in cui un personaggio entra
in un determinato ambiente abbia il set esterno in una città e il
set degli interni in una all'altro capo del mondo. Non è che si
molla baracca e burattini, si vola -tutta la troupe- in capo al
mondo, si filma, si torna indietro, si gira e si parte per nuova
destinazione: tutte le scene di Berlino si fanno a in un colpo unico
e poi ci si sposta a Bogotà una volta sola.
In
any case, the fashion designer is followed by the costume designer
who decides, with the director, producers, actors and, obviously, in
harmony (or in intentionally against them) with the sets: the
costumist doesn't decide only how to clothe a character but he/she
decides also what underwear, accessories (from jewels to shoes, from
bags to scarfs and gloves), the make-up and the hairstyle (specific
task of make-up artists and hairdressers, who also participate to the
discussion) the character has to wear, often aspects more important
to create the character then the single dress.
The
costumist, besides having the overall view of how the story has to be
and who appears in which scene, more important than all of this, has
to perfectly know the main characters, what and in which way his/her
nature/history has to be revealed by every choice (in the detail). It
could be that a scene in which a character get in a room has the
external set in a city and the interior set in another one. The
troupe cannot move all together any time, from a part of the world to
another: they shoot all they have to shoot in the first place, move
to the second place and shoot all they have to shoot in the second
place and so on: first Berlin, than Bogotà, than Kyoto...
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Nei magazzini Angels, a Londra, i più grandi al mondo, sono conservati più di 6.000.000 (sei milioni) di capi. Più accessori di vario tipo. Altri magazzini sono quelli degli studios e quelli di costumisti e attori che, nel corso degli anni, hanno salvato diversi pezzi storici dal macero durante le aste (talvolta rubandoli proprio alla fine delle riprese).
In the
Angels warehouse, in London, the biggest in the world, are recovered
more than 6,000,000 (six milions) of clothes. Several accessories of
all kinds to add. Other stocks are the studios, the costumists
and the actors' ones. These last two categories, through the years,
saved several historical pieces from destruction during the auction
(sometimes stealing them immediately after the end of the shoots).
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Ha, quindi, il compito di preparare un
numero adeguato di capi per rispondere alle diverse esigenze:
- identici in base alle diverse scene,
in modo da avere sempre un completo pulito pronto all'uso,
- identici a quello di base ma con i
dovuti segni di sporcizia/usura/macchie/strappi etc... ovviamente
organizzati in ordine cronologico. Anche in questo caso deve pensare sempre a un cambio perché, strappati o sporcati di proposito, i capi devono comunque essere puliti dopo una giornata di riprese.
- outfit (quindi anche le parrucche)
simili/identici agli originali (sopra... quindi un numero adeguato di
capi integri come di capi usurati e in numero sufficiente per far sì di averne sempre uno pulito pronto all'uso) per gli stuntman,
- vestire tutte le comparse (mica si
vestono con le cose di casa! Sono pochi i casi in cui un attore tiene
qualcosa di suo. Vedi Robert D.J. con i suoi Von Zipper a scacchi rossi e neri in Iron
Man 2).
So,
he/she has the task to prepare a suitable number of dresses to face
different needs:
-twin
dresses, to have always a clean outfit ready for another shoot
-dresses
identical to the basic one but with the right marks of
dirt/wear/stains/tears etc.. of course organized in chronological
order. Also in this case there's the need to have a second identical
dress (with the same scratches and marks) because the outfit has to
be clean after a day of shoots.
-outifts
(including the wig) similar/identical to the originals (again, a
suitable number of the clean-basic ones and the expressly-dirty ones)
for the stunts,
-
cloths for all the background actors (they don't wear what they have
in their own wardrobe! The example in which an actor can wear
something from is rare. Look at Robert D.J. with his black and red
checked Von Zipper sunglasses in Iron Man
2)
Uno stilista, abituato a tutt'altro
genere di scaletta, non può seguire di punto in bianco, tutto questo
processo (e nel contempo, magari, continuare a produrre con la sua
linea). Collabora.
Poi rimane il suo nome (vedi il caso del Cigno Nero) e quello del
costumista, già figura inspiegabilmente invisibile, scompare del
tutto.
Tanto per spiegare, ancora, il lavoro
del costumista in due parole, c'è da specificare che per vestire
tutto il cast, si opera in 3 modi diversi:
- i capi vengono confezionati
appositamente. Questo vale per i personaggi principali e
sicuramente per i film i cui capi sono molto particolari (film
supereroistici, fantascientifici, fantasy o in costume), per l'ovvio motivo che -purtroppo- certe cose non si trovano in negozio,
- i capi vengono comprati per rendere
il film il più attuale possibile e rispecchiare la realtà odierna
(e non quella di 10 anni fa). E, tra i teorici, c'è chi dice che la
moda è già sorpassata quando arriva in negozio, visto che la
consumiamo con gli occhi nel passaggio da sfilata(inverno anno x)-magazine-vetrina (inverno anno x+1). Ancor prima, ci sono un paio
d'anni di lavorazione da quando è partorita dalla testa del designer
alla sua effettiva realizzazione,
- i capi vengono adattati da
precedenti. Ci sono, sparsi per il mondo, magazzini pieni zeppi di
costumi pronti a essere adattati, allargati/ristretti,
allungati/accorciati, tinti, smontati etc. Generalmente vengono riutilizzati tutti, magari sulle comparse (a un evento mondano, per non comprare abiti da sera a tutti, si ricicla un pezzo pieno di paillette che ha forme e colori fuori moda ma che fa numero e nella massa non si vede). Quelli più caratteristici e famosi, facilmente riconoscibili anche dalla persona più digiuna di cinema, sono considerati pezzi da museo.
A stylist, used to all other kind of timetable,
cannot follow cold turkey all this process and, at the same time,
also (maybe) continue to produce with his/her main activity.
He/She cooperates.
Then the name remains (as in the Black
Swan case) and the costume designer,
yet inexplicably
invisible figure, totally
disappears.
Just to explain once more the costumist work
with few words, we have to specify that to clothe all the cast, there
are three different ways:
- clothes are made on purpose. This counts for
the main characters and, surely, for the films in which there are
very particular clothes (superheroes, sci-fi, fantasy or historicals'
movies), for the obvious reason that -unluckily- certain things
aren't available in the shops,
- clothes are bought to render the film the
most possible up-to-date and reflect the present reality (and not the
one of ten years ago). Among theorists there's who say that the
fashion is already old when it arrives in the shops, because we use
it with the eyes during the movement from catwalk (winter. Year X)
to magazines to shop window (winter. Year X+1). What's more, there
are a couple of years of work from when the idea came to the
designer's head to its real fulfilment,
- clothes are adapted
from oldest one. There are, around the world, warehouses packed of
costumes ready to be adapted, widened/tightened, lengthened
/ shortened, dyed, dismantled etc. Usually
they are reused by the background characters (at a party, to not buy
dresses for everyone, they can recycle pieces full of sequins, maybe
with a colour and a shape unfashionable but that makes up the numbers
and that, in the crowd, nobody will notice).
The most iconic and famous ones, easily
recognizable also from the person most ignorant about cinema, are
considered museum pieces
|
Practical Esempio pratico di riuso di accessori. Trovate il pezzo uguale. La collana, bravi! Da Ugly Betty a L'altra donna del re.
Practical example of reuse of accessories. Let
find the piece!
The necklace, well done!
From Ugly Betty to The
Other Boleyn Girl
|
Torniamo ad HP.
Il secondo punto di questo elenco è
quello che ci interessa: perché scandalizzarsi per un solo abito
quando tutti i film/telefilm (fate due conti e capirete che la mole è
immensa) si riforniscono in negozio?
Perché era particolarmente
riconoscibile... sì, certo.
Ma, nello stesso film, tanto per fare
un esempio, compare un altro capo fortemente iconico di altrettanto
famosi designer adattato/ispirato per il momento.
Parliamo di Viktor & Rolf.
Back
to HP
The
second point of this list is the one that interests us: why be
scandalized for a dress when all the movies/TVmovies (count them
quickly and you will understand that the number is a huge one) take
the dresses in the shops? Or in second-hand shops.
In
that case it was particularly recognizable...yes, I agree...
But
in the same movie, just to make an example, there was another cloth
strongly iconic of likewise famous designers adapted/inspired for the
moment.
I'm
talking about Viktor & Rolf
|
La "pluricamicia" di V&R dell'autunno 2003 riproposta, successivamente, nell'estate del 2010. Coincidenza?
The
multiple-shirt of V&R from fall 2003, proposed again in the
summer 2010. Is it a coincidence?
|
Passano gli anni ed esce Hunger Games,
in buona parte sviluppato con gli abiti di Alexander Mc Queen di
diverse collezioni (e altri designer... ci tornerò più avanti,
merita un post a parte).
Perché la cosa non ha suscitato lo
stesso scandalo?
I designer i cui capi sono stati usati nel film non son stati citati (se non in interviste ai giornali) in entrambi i casi...
Forse perché non è stato compromesso
l'originale?
Potrebbe essere una ragione
comprensibile se non fosse che il compito del costume designer, come
detto sopra, è proprio di adattare il capo al contesto. Se non lo
avessero fatto subito (mantenendo l'abito così com'era) forse
sarebbe successo pochi anni dopo...chissà.
Io ho una mia teoria che riguarda anche l'accesso delle masse a un mezzo potente come Internet, all'epoca ancora agli albori -rispetto all'uso che ne facciamo oggi. Ma è un opinione non condivisibile, quindi la tengo per me.
Perché, in fondo, 'sta storia del designer che viene riciclato non è mica nuova.
Basta un esempio, iconico.
L'italianissima Elsa Schiaparelli. Rivale di una -forse- più famosa Chanel ma amica di avanguardisti come Dalì e Duchamp... siamo a inizio secolo (scorso)
Il film è Brazil. Fine del secolo (sempre quello appena trascorso...)
E su questa abbinata chiudo.
Perché la approfondirò prossimamente in post sul rapporto moda-distopia.
The
years go by and Hunger Games came, in a big part developed on the
Alexander Mc Queen dresses from different collection (and other
designers...maybe I will come back on the argument... it need its own
post).
Why,
this time, there was no discussion about it?
The
designers, whose dresses are used in the movies, were never quoted
(just in the interview to the magazines) in both cases...
Maybe
because the original one was no compromised?
It
might be a good reason if were not that the task of the costume
designer, as mentioned above, is
precisely to adapt the dress to the context. If they had not done
immediately (keeping the dress as it was) probably it would have
happened a few years later ... who knows?
I
have my own theory that involve also the access of the masses to a
powerful tool as Internet, at that time in its own dawn – compared
to the use that we make of it today – but it's an opinion not sharable, so I keep to myself.
Because, after all, the fact that a designer recycles others works it's not new.
Just an example, an iconic one.
The all-Italian Elsa Schiaparelli (to read S-ki-a-pa-rally). A rival-perhaps- of a most famous Chanel but a friend of avant-garde artists as Dalì and Duchamp … It's the beginning of the century (the last one). The film is
Brazil. End of the Century (always, the one just gone ...)
And on this match I close the post.
Because I have to face the argument in a post on the relationship between fashion and dystopia.
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A sinistra una scena di Brazil (1985) a destra Schiap. Lady Gaga, coi suoi telefoni in testa, non si è inventata nulla...anzi! ci torneremo. Perché sa bene dove andare a pescare le sue stranezze
On
the left a scene of Brazil (1985) and, on the right, Schiap. Lady
Gaga, with her phones on the head, has invented anything ... indeed!
I have to come back. Because
she knows very well where to go to catch -in the fashion history- all
her oddities!
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