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domenica 11 maggio 2014

Roman Empire Strikes Back

Finalmente in Italia, ho potuto “leggere” le mie riviste di moda con le sfilate stagionali che mi erano arrivate a casa mentre ero in Irlanda, anche se alcune cose le avevo già viste in magazine meno specifici.
L'avevo già notato ma, sfogliando le pagine ho realizzato come la mia prima idea fosse giusta.
Che idea? E' facile da spiegare.
Prima di tutto dovete sapere che non amo particolarmente il nuovo look di Valentino. Ora che lo stilista si è ritirato, il prodotto è sempre semplice e di classe, ovviamente, ma non così sognante come l'originale. Mi sembra come se il marchio avesse dei dubbi circa la propria identità. Già un paio di volte, in questi anni, ho pensato che i vestiti fossero la copia di quelli di altri designer ma quest'anno la cosa è risultata lampante.
Basta comparare i precedenti Dolce & Gabbana con la collezione Valentino per questa primavera/estate.
Finally in Italy, I could “read”the fashion magazines with the seasonal catwalks that arrived at home (by subscription from Spain and France) while I was in Ireland, even if I've already saw something on less specific magazines.
I've already noticed it but, flipping through the pages I realized that my first idea was right.
What's the idea? It's easy to explain it.
First of all you have to know that I really don't like the new Valentino look. Now that the designer is retired, the product is still plain and classy, of course, but not so dreamy as was the original one. In my opinion, it seems that the brand has some doubt to find its own identity. A couple of time, in these years, I thought that the dresses were the copy of other designers' ones but this years the thing is clear.
Just compare the previous Dolce & Gabbana with the Valentino's Collection for this Spring/Summer.

Dolce & Gabbana: Fall-Winter 2012-'13, Sicily; Fall-Winter 2013-'14, Bizantium, Spring-Summer 2014, Magna Grecia


L'argomento è, più o meno, lo stesso ma speravo che un marchio così famoso riuscisse a fare qualcosa di più per smarcarsi e non essere confuso con altri grandi nomi. Almeno nello styling.
Questa corrispondenza mi ha fatto pensare al nostro sistema moda. Accanto a mostri sacri e immutabili come Armani o Moschino, che mantengono la loro idea di femminilità attraverso i cambiamenti che la moda comporta, abbiamo designer che si girano a guardare al passato. Dolce & Gabbana sono fieri della loro Sicilianità e questo è il loro tratto distintivo, ora enfatizzato da una certa silhouette comune a tutte le ultime collezioni (bustini, gonne larghe e lunghe o strettissime...).
Il fatto che anche Valentino abbia preso dallo stesso passato, anche solo per una collezione, è qualcosa che mi ha fatto pensare. Non è un passato comune: hanno preso dal nostro miglior passato, quando l'Italia era famosa e grande e importante. Quando eravamo, ad esempio, più importanti della madre patria (la Magna Grecia, appunto).
The topic is more or less the same but I hoped that a so famous brand could do something different, just to not be confused with another big name. Maybe only in the styling.
This reference made me think about our fashion system. 
Beside steady monsters as Armani or Moschino, that maintain their own idea about femininity trough all the changes that fashion itself involves, we have some designers that turn back and look at the past: Dolce & Gabbana are proud of their Sicilianity , and this is their own mark, now emphasised by a certain kind of silhouette (bustier, large and long or tight skirt...). But the fact that also Valentino takes from the same past, even if only for one collection, is something that make me think. Is not a common past: they are looking at our best past, when Italy was famous and big and important. When we were, for example, more important that our motherland, Magna Grecia.
Valentino, Spring-Summer 2014, Byzantium

Mi sembra anche metafora della nostra politica. Veniamo da recenti cambiamenti politici fin troppo rapidi. Ciascuno a suo modo nuovo, guardava al futuro quando, in realtà, restava ancorato al passato con nostalgia. La moda è lo specchio della società. Si può quasi dire che è un po' la storia dell'Italia: come diceva il Gattopardo “Tutto cambia affinché nulla cambi ”.
Noi siamo ancora qui: la politica italiana è statica e la moda italiana sembra rivoluzionaria (ma se guardiamo da vicino notiamo che è sempre la stessa da vent'anni a sta parte) o resiste stolidamente nella sua idea anno dopo anno.
Secondo voi, è un caso che anche Emma Marrone per l'Eurofestival, quest'anno abbia optato per un look (Stefano De Lellis + Galerie Lerique) da regale supereroina, She-ra catapultata nell'Impero Romano?
It seems, to me, a metaphor of our politics. We came from recent and fast political changes. Each one of this change were new, looking at the future but, for real, they were looking at the past with nostalgia. Fashion is the mirror of all this, of the society. I can say that is, more or less, the Italian History: as The Leopard said “If we want things to stay as they are, things will have to change”
We are still here. Italian Politic is static and Italian Fashion seems to be revolutionary (but if we look closely we notice that is still the same in twenty years) or stand the same year by year.

Was it just a case that Emma Marrone, this year, for the Eurofestival, had a look (Stefano De Lellis + Galerie Lerique) that make she as a royal superheroine, She-ra in the Roman Empire?

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